Quattro Quarti: un Podcast e adesso anche una Newsletter sul Basket NBA
Comincia un altro viaggio, stavolta scritto, nel mondo NBA
Ci pensavo da diversi mesi: per supportare Quattro Quarti - L’NBA in 48 Minuti, il Podcast - ormai anche in formato Video - disponibile su Spotify che ho lanciato nel maggio del 2023 insieme al socio Luca Iacoboni, perché non pubblicare una newsletter.
Con questa sarà possibile condividere l’ultimo episodio di Quattro Quarti, raccontare quello che è successo nel mondo NBA - le partite che ho visto in settimana - e, perché no, invitare anche collaboratori esterni della Community che vogliono dire la loro, ad esempio, sulla trade che ha portato Doncic ai Los Angeles Lakers.
E’ un progetto che riuscirò a seguire con costanza nel tempo? Qualcuno è ancora disposto a leggere migliaia di battute? Dopo infinite pippe mentali, alla fine mi sono detto: “proviamoci e vediamo come va, al massimo la newsletter morirà nel tempo”. Speriamo di no.
Il commentone dopo la Trade Deadline
L’Episodio 79 del Podcast mi ha divertito come non mai: il non-esordio di Luka Doncic in maglia Lakers contro gli Utah Jazz - sveglia alle 6 di mattina per una partita che è finita dopo un quarto, pero l’hype era altissimo - e quello CARICHISSIMO di Anthony Davis ma finito, purtroppo, con un infortunio. AD, infatti, prima distrugge gli Houston Rockets e poi si autodistrugge (out almeno un mese e con lui Daniel Gafford: per quest’ultimo, le settimane dovrebbero essere sei come riporta Shams).
Sempre per rimanere in tema Lakers, mi appello poi a Christian Wood - omaggiando Star Wars quando la Principessa Leila chiede aiuto a Obi-Wan Kenobi -, ultima speranza per noi tifosi gialloviola visto il mancato arrivo di Mark Williams da Charlotte. Il risultato? Mezz’ora dopo la fine della registrazione, il centro lacustre viene tagliato per ingaggiare Alex Len. Il suo esordio però, in quel di Salt Lake City, non è stato dei migliori per quanto la gara rimanga di difficile valutazione.
Si parla, infine, dei movimenti di mercato dopo la Trade Deadline di Febbraio ed ecco, allora, dei protagonisti inattesi: i Sofficini Findus in offerta alla Conad sotto casa rubano la scena a Jimmy Butler e ai Golden State Warriors. Una puntata talmente magmatica che finiamo per dimenticare di parlare dei mitici Washington Wizards che, tra le altre cose, hanno spedito Jonas Valančiūnas ai Sacramento Kings.
Quote dell’episodio:
“…magari Denver la smetterà di essere più immobile di un crotalo impantanato nelle sabbie mobili”
All Star Game NBA: tre ricordi indelebili di Quattro Quarti
Ho saputo, tramite il nostro Gruppo Telegram, che Paul e Wemby hanno “barato” allo skills challenge e sono stati squalificati. Ho visto Mac Mclong saltare una macchina, vincere di nuovo la Gara delle Schiacciate e far esplodere il pubblico di gioia (anche Castle non ha scherzato comunque). Il suo show ha esaltato persino Ja Morant: la star dei Grizzlies ha fatto sapere su X che potrebbe pensare di partecipare alla sfida il prossimo anno. Ci credo poco ma ok.
Insomma, ho visto a spezzoni l’All Star Game NBA 2025 quindi, nonostante l’uscita di questa prima puntata prevista per lunedì, non aspettatevi recap. Tuttavia, essendo quella appena passata la settimana della partita delle stelle, ho pensato che fosse carino citare i tre ricordi legati all’All Star Game a cui io e Luca teniamo di più. Io ne ho scelti due, il Podcaster col calzino invece uno per punizione, non avendo contribuito in alcun modo alla stesura di questa prima uscita (si scherza!).
Jason Richardson, Slam Dunk Contest 2002: il mio Vince Carter
Non ricordo bene tutto della mia infanzia ma qualcosa sì: avevo 10 anni e l’abbonamento a Tele+ venne sottoscritto dai miei genitori nel Maggio del 2001 durante le Finali di Conference fra Lakers e Spurs. Per tale ragione, non riuscii a vedere la leggendaria performance di Vince Carter nella Gara di Schiacciate del 2000 e neanche l’edizione successiva.
Per fortuna però, ho avuto anche io il mio momento Air Canada grazie al due volte campione della Gara di Schiacciate Jason Richardson in maglia Golden State Warriors: in piedi sul divano, non avendo mai visto uno Slam Dunk Contest nella mia vita, potete solo immaginare cosa posso aver provato guardando J-Rich volare a canestro. Una faccia che stentava a credere a ciò a cui stava assistendo (ora, forse, quelle di Richardson sarebbero viste quasi come schiacciate normali).
All Star Game 2003: il fade away di Michael Jordan vs Shawn Marion
Gli anni adesso sono 11. Da piccolo, ero solito registrare gli All Star Game in VHS per vedere all’infinito quel momento dell’anno in cui i più forti giocatori dell’Eastern e della Western Conference si scontravano in una partita dove si cazzeggiava nei primi due quarti mentre negli ultimi due si piegavano le gambe. Insomma, nessuno voleva perdere.
L’All Star Game 2003 di Atlanta è stato storico: l’ultimo di Michael Jordan e un pubblico tutto a tifare il sei volte campione NBA con i Chicago Bulls (che oggi compie anche 62 anni). Teoricamente, MJ avrebbe anche segnato il canestro decisivo della partita - nell’overtime, sul 136 pari a 6 secondi dalla fine - con un fade away in faccia a Shawn Marion il quale, diciamolo chiaramente, ha difeso neanche fosse il possesso decisivo di Gara 7 di Finale NBA.
Ho scritto teoricamente perché, subito dopo il solo rete, è arrivato un guastafeste con il Numero 8 in maglia Lakers che ha deciso che la partita non era ancora finita. Non andrò oltre con il racconto. Però, pure tu Michael dai, non lasciare 5 secondi sul cronometro a Kobe Bryant. Come pensavi si sarebbe conclusa la questione?
All Star Game 2001: il self pass layup di Allen Iverson
Scrollando Instagram in questi giorni, mi è capitato di vedere un video con gli ultimi cinque minuti dello storico All Star Game NBA che si giocò a Washington nel 2001: Eastern Conference contro Western Conference e cioè Kobe Bryant contro Allen Iverson, Jason Kidd contro Stephon Marbury, Shaq contro Dikembe Mutombo.
A trionfare in quell’All Star Game fu la Eastern Conference grazie a un’improbabile rimonta di squadra iniziata sul 96 a 83 per la Western Conference a sei minuti dalla fine. La rincorsa venne, infine, coronata da una tripla di Marbury a 29 secondi dalla sirena che regalò alla sua squadra il più 1 che chiuse la gara. 111 – 110 per l’Est.
Chi ci segue sa quanto Luca adori Allen Iverson: il suo ricordo preferito dell’All Star Game è inevitabilmente legato al suo idolo cestistico in una delle partite - se non la partita - delle stelle più belle di sempre.
La stella dei 76ers intercetta il passaggio a tutto campo di Kobe Bryant, torna in attacco, si lancia verso il canestro e poi…una magia che solo The Answer poteva inventare. Avrei potuto mettere solo il video del canestro ma ho preferito inserire questi cinque minuti di highlights che vi rallegreranno il lunedì mattina. Buona visione.
L’angolo del tifoso: benvenuto Kyle Kuzma
A cura di Matteo Furina, un amico molto bravo che scrive di Cinema
E dunque Kyle Kuzma. Sono due anni che i tifosi Bucks sentono ripetersi che l'unica soluzione per mettere una toppa all'apparente incompatibilità di Giannis e Lillard è Khris Middleton, giocatore dal talento indiscusso ma dal fisico fragilissimo. Durante la tormentata annata 2023/2024, i fan di Milwaukee hanno atteso febbricitanti il suo ritorno, una panacea a tutti i guai che Adrian Griffin prima e Doc Rivers poi si sono trovati ad affrontare.
Ma sappiamo com'è andata: Giannis si fa male sul più bello e addio sogni di gloria. Quest'anno i Bucks, dopo un pessimo inizio, si rimettono in carreggiata e Middleton si avvicina al rientro in campo. Quando però tutto sembrava apparecchiato per vedere finalmente le 3 stelle insieme, ecco che dagli Washington Wizards arriva Kyle Kuzma proprio in cambio del numero 22.
Kuzma nella sua carriera - tolto il 2020 in maglia Lakers, l’anno della bolla, concluso con anello al dito - non è mai riuscito a incidere come avrebbe voluto. Tuttavia, in una squadra dove l'unica cosa che gli viene richiesta è tirare quello che gli passa tra le mani mentre Giannis e Lillard rifiatano, potrebbe essere perfettamente a suo agio.
Poche pressioni e responsabilità, solo puro e semplice scoring. Vi ricordate Jordan Clarkson sesto uomo dell'anno a Utah? Probabilmente quello è il tipo di lavoro che chiederà a lui Doc Rivers. Kuzma, fisicamente integro e libero da fardelli derivanti da uno status che mai gli è appartenuto, potrebbe dare ai Bucks quello di cui hanno bisogno.
Un sentito grazie di cuore a Khris Middleton senza il quale probabilmente il titolo del 2021 non sarebbe arrivato, ma le sue ginocchia di cristallo non possono più essere aspettate. Immaginando Damian Lillard che si batte il polso, è evidente che questo sia stato il pensiero della dirigenza Bucks. This is the time.
Notizie sparse dall’NBA e non solo
Carrellata di cose che ho letto, visto e sentito in questa settimana.
Lacrime per il fan Mavs: Miky Pettene con i 10 momenti più epici di Doncic a Dallas
Augurandovi un buon inizio di settimana, vi chiedo un feedback su quanto avete letto, sul linguaggio utilizzato, sulla lunghezza della newsletter anche - molto importante - e sulla domanda posta a inizio articolo: ha senso scrivere una newsletter NBA? Vi attendo numerosi nel Gruppo Telegram o qui sotto nei commenti. Nel mentre, c’è qualcuno che si vuole ergere a correttore di bozze?