Un weekend sul divano tra Court of Gold e Lakers vs Nuggets
I Lakers sbancano la Ball Arena e la nuova serie tv Netflix, Court of Gold: il Basket alle Olimpiadi di Parigi: divano mio fatti capanna
Era da un po’ di giorni che su Instagram mi capitava di vedere un commosso Kevin Durant spiegare come il basket sia stato una salvezza per la sua esistenza e per quella delle persone a lui care. Non capivo dove avesse rilasciato quell’intervista poi, lo scorso Giovedì alle 22:20 circa, la rivelazione: erano screen tratti da Court of Gold: il Basket alle Olimpiadi di Parigi, la nuova serie tv Netflix che racconta il dietro le quinte degli ultimi Giochi Olimpici 2024.
La scena chiude il secondo dei sei episodi complessivi e, almeno dal mio punto di vista, spacca i culi per montaggio, regia e musiche. Si parte con la mamma di KD - il cui ruolo materno è iniziato molto prima del previsto - che racconta di una famiglia allo sbando, apparentemente senza speranze e, subito dopo, si passa al pre-partita di USA vs Serbia, la prima gara del Gruppo C.
L’inquadratura si sposta poi su Kevin Durant che ci parla del suo passato, ipotizzando anche dove sarebbe finito se non avesse preso in mano la palla a spicchi. Infine, mentre l’episodio si avvia verso la conclusione, ecco le sequenze dell’8/8 della stella dei Suns nella partita inaugurale contro Jokic e co. che ci ricorda quanto siamo fortunati nel vedere ogni giorno Durantola su un parquet.
La vita, la pallacanestro e l’onnipotenza di atleti unici nel loro genere, sono ingredienti che vengono sapientemente miscelati fra loro per rammentarci che quelli sullo schermo non sono solo figurine che segnano a ogni azione ma anche, se non soprattutto, persone che in passato hanno affrontato battaglie che non possiamo neanche immaginare. Court of Gold sa come giocare con le emozioni ma anche come educare l’appassionato.
La reazione serba
Dopo che si è abbattuta la tempesta KD, vuoi troppo scoprire la reazione negli spogliatoi della Serbia: Nikola Jokic si incazza, Svetislav Pesic si incazza ancora di più urlando che “la colpa è solo e soltanto mia” e che avrebbe dovuto impostare una strategia difensiva migliore su Kevin Durant. Pensi allora “è giunto il momento della Serbia”.
Inizia il terzo episodio ed ecco che Court of Gold, nel quarto d’ora dedicato per la prima volta alla nazionale serba, riesce a incrociare con successo la guerra, la storia dell’ex Jugoslavia e il basket, attraverso le voci di giocatori, ex-giocatori come Vlade Divac e giornalisti. Il nostro sport, ancora una volta, si è rivelato un salvagente per tanti ragazzi che si sono trovati in un conflitto andato avanti dal 1991 al 2001.
Tutto quello che avete letto è ovviamente frutto di una lettura del tutto personale basata sulla mia emotività e sulla mia empatia. Court of Gold - meno USA-Centrica e finalmente focalizzata sulla passione che ci accomuna (vero Starting 5?) - mi ha fatto riflettere, scendere una lacrimuccia e trascorrere un week-end in overdose tra partite NBA e serie Netflix. Mi sa tanto che dovrò prendermi una pausa fino ai Playoff.
L’NBA che nessuno guarda
Il basket che salva la vita. C’è una ragione per cui ho aperto la seconda uscita della Newsletter di Quattro Quarti con Court of Gold (se vi siete persi la prima, recuperatela qui). L’anno scorso, tra giugno e luglio, ho passato un periodo non proprio sereno per - indovinate un po’ - questioni d’amore.
Ora, non voglio assolutamente dire che l’NBA e il Podcast hanno evitato di farmi diventare il nuovo Kurt Cobain ma, di certo, mi hanno aiutato a scacciare tanti pensieri: un’ora a settimana di registrazione più tutto il tempo per preparare una nuova puntata, sono stati un toccasana.
Io non so quanto durerà tutto questo e sinceramente non ci voglio neanche pensare ma un grazie a tutti voi che ci ascoltate ogni sette giorni mi sembrava doveroso. Trovate una cosa che amate e buttatecivi a capofitto, senza pensare ai numeri o ai risultati. Questo è l’unico consiglio che mi sento di darvi.
Con Luca, nell’Episodio 80 di Quattro Quarti, abbiamo provato a riassumere l'All Star Weekend, un po' ad cazzum a dire la verità perché abbiamo visto le cose a spizzichi e bocconi. In fase di montaggio però ho riso come un pazzo e questo dovrebbe già essere un punto a nostro favore. Tuttavia, il cuore dell'episodio è l'analisi delle squadre NBA che, appunto, nessuno guarda.
Dai Blazers ai Wizards, passando per i Pellicans, gli Hornets, i Jazz, i Nets e i Raptors. In difesa di Washington, interviene via audio anche Stefano del nostro gruppo Telegram, supporter dei Maghi della Capitale. Con lui inauguriamo anche l’ "Angolo del tifoso", un format che speriamo di portare avanti con costanza nel Podcast.
Inevitabilmente, si è finiti a parlare della caccia a Cooper Flag: in tanti, sempre nel gruppo Telegram, ci hanno chiesto se si tratta di un prospetto ai livelli di LeBron James o di Victor Wembanyama.
Siccome però né io né Luca siamo esperti, negli spammini settimanali trovate un approfondimento di Paolo Mutarelli di BasketballNCAA.com - con lui abbiamo registrato la Preview del Draft NBA 2024 - che farà al caso vostro.
Quote dell’episodio:
Miles Bridges è veramente un coglione inenarrabile, lo odio
Game of the week #1: Los Angeles Lakers @ Denver Nuggets
La rubrica in cui si racconta la gara della settimana oggi ha un sapore speciale
Non è stato facile alzarsi dal letto dopo i bagordi del weekend ma nella notte si giocava Los Angeles Lakers vs Denver Nuggets. Alla Ball Arena fa freddissimo: nelle ultime 8 partite in Colorado, abbiamo sempre perso (chi segue il Podcast sa che tifo Lakers). In più i Nuggets sono 9 - 1 nelle ultime dieci gare e Doncic sta ancora recuperando dall'infortunio. Bene ma non benissimo.
Insomma, il mio sabato sera è stato bello aggressivo ma la sveglia doveva obbligatoriamente suonare alle 9:00 per vedere la partita. Colazione sul divano, TV e via con la palla a due. Poi il miracolo. Intensità è la parola chiave di una gara che, per scaramanzia, non voglio definire Statement Game. Tuttavia, non posso non tessere le lodi dei gialloviola, scesi in campo con un'energia paragonabile solo a quella impiegata contro i Celtics o i Knicks.
I lacustri non hanno mai lasciato respirare gli avversari, sempre pronti a intercettarne i passaggi, a lottare su ogni palla vagante o rimbalzo. Prima del garbage time, erano 20 le palle perse dai Nuggets che i Lakers hanno trasformato in 35 punti. Un dato pazzesco che ha fatto tutta la differenza del mondo.
Intensità di squadra, intensità dei singoli: Hachimura, oltre a una grande prova offensiva, si prende Jokic per gran parte della sfida; Finney-Smith è ovunque in difesa e Vanderbilt che, in 6 minuti sul parquet quasi "rodmaniani", commette 5 falli per stare appresso al più forte giocatore NBA e stremarlo: roba che quando Vando tornava in panchina, il centro serbo stappava lo champagne.
Perché è vero possiamo leggere il tabellino e gasarci per la prima straripante prova di Luka Doncic con la sua nuova maglia: 32 punti, 10 rimbalzi, 7 assists ma la vera chiave della vittoria è stata tutto quello che ho scritto sopra. Infine, non posso che applaudire coach J.J Reddick che ha preparato il match in modo pressoché perfetto.
Notizie sparse dall’NBA e non solo
Carrellata di cose che ho letto, visto e sentito in questa settimana.
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Come al solito, vi saluto augurandovi un buon inizio settimana, invitandovi nuovamente a iscrivervi alla newsletter e a seguirci su Spotify. Ringrazio, infine, il gentilissimo
che si è sbattuto come un pazzo per rileggere la bozza.